Onorevoli Colleghi! - La riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione (legge costituzionale n. 3 del 2001) ha ridisegnato uno Stato «policentrico» dove comuni, città metropolitane, province e regioni si relazionano allo Stato stesso in termini di «sussidiarietà orizzontale» ed assumono, all'interno della loro potestà legislativa e delle loro competenze delegate, iniziative utili allo sviluppo del territorio e coerenti con le loro peculiarità locali. Collaborano, ormai, a questo processo anche soggetti pubblici, pubblici-privati e privati che, o singolarmente o in forma di partenariato, si muovono da attori di sistema integrando l'azione amministrativa della regione e dell'ente locale. Tale nuovo scenario viene rafforzato dal processo di integrazione europea che favorisce e, talvolta, costringe a delineare strategie di «governance» locale collegate a quelle di una «governance» europea di maggiore dimensione. Si ricorda, solo per fare un esempio, che ormai da anni l'accesso alle risorse finanziarie dell'Unione europea, siano esse Fondi strutturali o Programmi di iniziativa comunitaria, viene favorito quando il richiedente si costituisce in termini di partenariato locale o transregionale di tipo misto pubblico-privato. Addirittura, nella prossima programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013 alla dimensione regionale e sub-regionale viene riconosciuto un ruolo di più marcata «politica esterna» attraverso i programmi di prossimità e la cooperazione

 

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decentrata, oltre che una dotazione finanziaria senza precedenti. Le regioni, le province e finanche i comuni avranno la possibilità, costituendosi in partenariato con altri attori-soggetti del territorio e con altri soggetti appartenenti a Paesi «frontalieri», di vedersi co-finanziare progetti e iniziative ritenuti decisivi per lo sviluppo economico e utili alla convivenza e alla crescita dei popoli. È, quindi, necessario che lo Stato provveda al riconoscimento di un ruolo stabile per queste forme di aggregazione pubblico-privato e ad enucleare i criteri per un necessario processo di accreditamento di quelle entità che vengono indicate nella presente proposta di legge come partenariati locali di pubblico interesse. L'accreditamento garantirà una presenza stabile e qualitativa dei partenariati all'interno di aree geografiche limitate al contesto provinciale all'interno del quale essi si rendono disponibili per azioni e strategie utili allo sviluppo e, soprattutto, in un'ottica di «governance» locale moderna ed efficace.
 

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